Perché i tatuaggi rimangono sulla pelle
Una domanda che tutti, almeno una volta, ci siamo posti: perché i tatuaggi rimangono sulla pelle nonostante il rinnovamento cellulare? Quando si dice che un tatuaggio è per sempre si ha proprio ragione, ma è interessante capire anche il perché.
Come è noto, le cellule del nostro corpo sono in continuo rinnovamento e questo vale soprattutto per le cellule dell’epidermide. Ne perdiamo almeno 1 milione al giorno soprattutto in estate. Allora perché i tattoo rimangono sempre lì dove sono? Una curiosità che interessa i più e a cui è utile dare una risposta. Si tratta di un fenomeno curioso, che per molti ha un qualcosa di magico. Naturalmente non è un incantesimo, ma uno specifico fenomeno che è interessante conoscere da vicino.
Se ci chiediamo perché i tatuaggi rimangono sulla pelle dobbiamo sapere che la risposta è tutta nel come ci si tatua. Conoscere il processo è fondamentale per capire quello che accade alla pelle.
Gli aghi della macchinetta del tatuatore vanno a inserire l’inchiostro sotto la pelle, creando così una ferita. Il nostro sistema immunitario, in tutta risposta, risponde a questo input inviando sulla zona dei macrofagi. Di cosa si tratta? Di piccole cellule il cui compito è quello di andare a ridurre l’infiammazione provocata dalla ferita mangiando il materiale estraneo. Ma accade solo questo. Nel frattempo, infatti, anche delle altre cellule della pelle ingeriscono i pigmenti di colore. Stiamo parlando dei fibroblasti che sono proprio ciò che permette all’inchiostro di rimanere per sempre nella nostra pelle.
Si tratta, quindi, di un processo decisamente affascinante che rende i tatuaggi eterni. Per poterli cancellare si dovrà ricorrere solo al laser e solo così sarà possibile ottenere un risultato accettabile. Nel corso degli anni i tattoo possono diventare decisamente più scoloriti, ma non scompariranno mai.
Per fare in modo che ciò non accada, è utile ricordare di proteggere i tatuaggi durante l’esposizione solare così da avere la certezza non solo di non rovinare l’opera d’arte disegnata sulla propria pelle, ma anche di non rovinare la salute della stessa.